Lo spreco alimentare cos’è? Tutto il cibo che acquistiamo e che non consumiamo, le eccedenze alimentari generate dai supermercati e non più vendibili, il cibo andato in avaria causa errati processi logistici.
Lo spreco alimentare è, dunque, un problema di portata globale al quale esiste una soluzione tutta italiana per porvi rimedio.
I dati dello spreco alimentare
Secondo i dati della FAO, ogni anno nel mondo vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo di cui l’80% ancora consumabile. Di questo miliardo, lo spreco maggiore avviene nei paesi industrializzati. Un controsenso se consideriamo che nel mondo milioni di persono soffrono la fame.
Inoltre lo spreco alimentare è distruttivo per il nostro pianeta perché non si limita allo spreco del cibo, ma si traduce in spreco delle risorse utilizzate per produrlo e trasportarlo: terra, acqua e energia. Un problema di portata mondiale al quale si può porre rimedio con le piccole azioni di tutti i giorni.
Com’è la situazione dei paesi europei?
La Francia è quella che si distingue per aver adottato le pratiche migliori nella riduzione dello spreco di cibo a livello industriale e domestico. L’Italia, nella classifica dei paesi che adottano misure per diminuire gli sprechi alimentari, si colloca al nono posto ma c’è ancora tanto da fare per ciò che riguarda la conservazione dei cibi e le pratiche indispensabili per ridurre gli sprechi alimentari lungo i percorsi della distribuzione.
Spreco alimentare a casa
E a casa cosa succede? L’80% del cibo prodotto viene ancora sprecato. Un dato generato dalla poca consapevolezza: essere consapevoli di quello che si mangia, delle proprietà nutritive e dei luoghi di produzione aiuta ad apprezzare il cibo, una risorsa importante che ogni giorno abbiamo a nostra disposizione. Scoprire il valore intrinseco di ogni alimento aiuta a comprendere l’impatto che lo spreco genera sul nostro pianeta: il non riutilizzo delle parti di frutta e verdura considerate scarto, la mancata organizzazione durante la spesa o nella preparazione dei cibi sono le piccole azioni quotidiane che possono cambiare il futuro del nostro pianeta.
Myfoody, l’app contro lo spreco alimentare
L’app antispreco Myfoody, nata da un’idea imprenditoriale tutta italiana, cerca di arginare il problema dello spreco alimentare perché evita che cibo ancora buonissimo finisca nel bidone dell’immondizia. Una missione per amore del cibo che unisce i partner, Unes Supermercati, Unicoop Tirreno e Lidl con la community di Foodies per un obiettivo comune: limitare lo spreco nei supermercati e tra le mura domestiche.
L’app, scaricabile gratuitamente per iOS e Android e nata nel 2015 da un team di giovani guidati da Francesco Giberti, ora CEO della startup, oltre a trasformare le eccedenze alimentari in prodotti scontati, aumenta la consapevolezza alimentare dei consumatori dimostrando quanto sia semplice evitare lo spreco di cibo anche a casa.
Gli utenti scoprono in app, in modo facile e veloce, la disponibilità dei prodotti in tempo reale, prossimi alla scadenza, scontati fino al 50%, per poi recarsi direttamente nel punto vendita preferito per procedere con l’acquisto. (Sezioni Esplora e Risparmia).
Attivando le notifiche i consumatori possono essere avvisati non appena nuove offerte sono disponibili nei negozi preferiti.
Tra le corsie del supermercato trovare i prodotti scontati è semplicissimo perché sono raccolti all’interno di aree anti-spreco che veicolano l’amore per il cibo e la filosofia del vivere sostenibile.
Oltre alle sezioni Esplora e Risparmia, appena descritte, nella nuova versione pubblicata a settembre, c’è una novità: la sezione Impara che racchiude all’interno dell’app i contenuti del blog Myfoody.
Lo scopo di questa funzionalità aggiuntiva, che sta generando consensi sui social di Myfoody, è quello di presentare il mondo a spreco zero anche a casa.
Tantissime le ricette anti-spreco, i segreti di autoproduzione e i modelli di vita sostenibile proposti attraverso articoli sempre originali.
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